io, zio Mario, il viaggio di nozze e l'agenzia inesistente
Roma, maggio 1985.
È deciso: il mio viaggio di nozze sarà una crociera.
Ho fatto tante cose con Giuliana che lei non ha mai fatto prima, come viaggiare in moto, volare in aereo ed altre. Quindi continuando con la collezione di nuove esperienze, andremo in crociera.
Per me non è una novità assoluta. Ne ho già fatta una 10 anni fa, con tutta la famiglia, a bordo della gloriosa Moto/Nave Irpinia: la classica crociera entry level: Napoli-Genova-Barcellona-Palma di Maiorca-Tunisi-Palermo-Napoli.
Effettivamente anche per noi, famiglia Cassini al completo, mamma e quattro figli dai 14 ai 4 anni, fu una esperienza particolare. Al contrario di David Foster Wallace che, nel suo libro, la definisce ‘una cosa divertente che non farò mai più’, io sono del pensiero che, soprattutto in un viaggio di nozze, la cosa si possa ripetere.
E quindi, viaggio di nozze.
Nel 1985 non ci sono tutte le navi da crociera che oggi affollano il Mediterraneo, sono soltanto tre o quattro in tutto e vanno prenotate con molto anticipo. È per questo, che con inaspettata puntualità, ben quattro mesi prima dell'evento, decido di muovermi alla bisogna.
Il mio uomo è zio Mario, che ha una agenzia di viaggi.
Zio Mario in realtà non e uno zio ma lo chiamiamo così dall'inizio degli anni 70, quando le tre famiglie, la mia, quella di zio Cesare, fratello di mamma, e quella di zio Mario, il migliore amico di Cesare, comprarono tre villette confinanti in quel della allora ridente Castelvolturno, una delle mete di villeggiatura dei napoletani negli anni 70.
Sì, si sapeva che zio Mario giocava ai cavalli.
Sì, avevo assistito personalmente a leggendarie partite di poker fra zio Mario, zio Cesare ed altri compagni di tavolo a caso, nelle quali quasi mai zio Mario risultava colui che aveva più fiches davanti a sé a fine serata.
Ma questi erano comunque anni lontani. Era passato più di un decennio, nel frattempo.
Telefono a zio Mario e gli annuncio la mia volontà: crociera nel Mediterraneo, sponda Grecia-Turchia-Jugoslavia.
Una settimana o anche più. Scialiamo.
La data di partenza deve essere naturalmente dopo quella del mio matrimonio a settembre inoltrato, ma il più possibile per consentire il mio rientro al lavoro nei termini previsti.
Zio Mario ascolta attento al telefono e mi dice che si farà vivo dopo qualche giorno.
Alla fine di maggio, zio Mario mi illustra telefonicamente, con profonda cognizione di causa e professionale dovizia di particolari, i prezzi, la durata delle crociere, le varie escursioni le date di partenza: primi di ottobre perché, come già detto, le navi sono poche e non partono certo tutti i giorni.
Scelgo una delle offerte meno dispendiose e prometto a zio Mario che, appena mi sarà pagata la quattordicesima, contestualmente gliela porterò per pagare la crociera. Zio Mario si accomiata dicendo che mi attenderà sereno e fiducioso.
A fine giugno, insieme allo stipendio mensile, mi viene pagata la quattordicesima. Le buste sono quindi due, con frusciante carta moneta all’interno. Intasco, fisicamente e mentalmente la prima busta come d’abitudine, mentre so già che il contenuto della seconda sarebbe passato dalle mie mani a quelle di zio Mario quella stessa sera.
E così, alla fine della mia giornata in concessionaria, passo da zio Mario, a casa sua, per dargli qualcosa come due milioni di lire dell’epoca.
- Allora, zio Mario, mi raccomando: crociera nel Mediterraneo, nove giorni, Egitto, Grecia, Turchia, Cipro, Jugoslavia.
- Riccardo, fidati! Stai in mano all’arte! Prenoto e poi ti dico.
Quella stessa sera, vado a cena da mia mamma.
Grandiosi involtini al sugo.
- Allora, Riccardo, come procedono tutti i preparativi per il matrimonio?
- Tutto bene, mamma. Senza fretta, mancano ancora tre mesi. Però una cosa l’abbiamo fatta...
- Cosa?
- Abbiamo deciso il viaggio di nozze: una crociera.
- Bravi. Bravissimi. Ti ricordi la crociera che facemmo noi, come ci siamo divertiti, che tu vincesti il torneo di Ping Pong? Ho ancora la targa da qualche parte, te la devo dare.
- Va be’, mamma non ti preoccupare, cercala con calma.
- E dove la farete questa crociera?
- Be’, Mediterraneo Orientale, Egitto, Grecia, Turchia...
- Bravo, bravo. E costa molto?
- Be’, insomma... Parecchio. Abbiamo dovuto scegliere una cabina interna perché, altrimenti, i soldi non bastano.
- Va be’ ma che t’importa, poi dormirete poco. Ti ricordi che si facevano cene e giochi fino a notte inoltrata...?
- Sì, mi ricordo.
- E dove la prenoti, in un’agenzia di viaggi?
- Sì, da zio Mario.
- Da zio Mario?!?
- Da zio Mario.
- No, ma lui l’agenzia di viaggi non ce l’ha più...
- Ma no, ce l’ha. Tu che ne sai?
- Va be’ Riccardo, ti ricordi che tipo è zio Mario, no? Chissà che ha combinato... In che pasticci si è cacciato... Zio Cesare mi diceva che sta in cattivissime acque, che hanno anche litigato e non si parlano. E comunque l’agenzia non ce l’ha più, l’ha venduta.
- Tu dici?
- Dico
- Va be’.
Improvvisamente, gli involtini al sugo di mamma non sanno più di niente.
Li mastico ma non sento nessun sapore.
Il vino bianco fresco e frizzante diventa Idrolitina.
Finisco velocemente la cena e torno a casa.
Troppo tardi per chiamare zio Mario, non vorrei essere scortese telefonando a un’ora scomoda.
Be’ però quanto potrebbe essere stato scortese lui ad essersi dimenticato di avvisarmi, mentre prendeva i miei due milioni di lire in contanti come pagamento di un viaggio, che lui, ops, non aveva più un’agenzia di viaggi?
Forzandomi Dio sa solo quanto, riesco ad aspettare la mattina seguente e lo chiamo in orario di lavoro.
- Zio Mario, scusa se te lo chiedo...
- Dimmi, bello
- Ma, senza fare nomi, qualcuno mi dice che tu non hai più un’agenzia di viaggi
- Va buo’ Ricca’ ma questo che significa. Ora sono un free lance. Sto nell’ambiente, no? Dopo tanti anni so tutto, cerco, fiuto, becco gli sconti, offerte speciali... Dammi un po’ di tempo e ti faccio fare un affare.
- Sto tranquillo?
- Stai in mano all’arte.
Nel periodo seguente, mi muovevo su due fronti.
Il primo fronte erano gli interrogatori di mia madre ad argomento zio Mario:
- Ma mica gli avrai dato un anticipo?
- No, non gli ho dato un anticipo
Che poi era la verità: non gli avevo dato un anticipo, gli avevo già dato tutto.
Il secondo fronte era zio Mario.
Ogni tanto telefonavo io, ogni tanto telefonava lui.
- Ci siamo Riccà, un mio ex collega ci fa entrare in un pacchetto per aziende, forse becchiamo anche l’open cigarettes.
- E che è?
- Sigarette gratis a tutti i bar della nave.
- Ma io non fumo.
- Manco tua moglie?
- No.
- E va buo’ ragazzi, ma io come aggia fa’ con voi? Sentiamoci la settimana prossima.
- Zio Mario, io la settimana prossima parto per le ferie
- Tranquillo, quando torni ti do i biglietti della crociera
- Mi raccomando, zio Mario, quando torniamo saremo vicini alla data del matrimonio... Posso stare tranquillo?
- Stai in mano all’arte.
A fine agosto, giunge la notizia:
- Pronto Riccà, so’ zio Mario...
- Dimmi
- Niente da fare, sono andato a prenotare in un posto che mi avevano suggerito... mi avevano assicurato che avevano belle occasioni ma niente.
- Niente che?
- Niente posti. Tutto pieno. Niente crociera.
- Ma scusa zio Mario, ma io i soldi te li ho dati a giugno! Siamo a fine agosto! Ti credo che ORA i posti sono finiti.
- Riccardo, che ti devo dire... Faccio un ultimo tentativo e poi ti dico.
Tragedia.
Figura di merda con mamma.
Figura di merda con Giuliana, mia futura moglie.
Figura di merda con la sua famiglia.
Ma ora non credo più a zio Mario. Esco dal mio autosalone e vado alla agenzia di viaggi più vicina. Dico che voglio prenotare una crociera. Mi rispondono che le navi sono poche, ancora meno a fine estate e che le crociere vanno prenotate con largo anticipo: volendo partire a fine settembre/inizio ottobre bisogna riservare a giugno luglio...
Ma infatti! Vaglielo a spiegare di zio Mario.
Faccio un triste pellegrinaggio per altre agenzie di viaggio ma le risposte sono simili e allineate: non c’è possibilità di partire per la crociera.
Zio Mario maledetto.
Anatemi, maledizioni, danze voodoo con il pupazzetto di zio Mario in mano infilzato da spilloni.
Vado a dormire scoraggiato e sfiduciato, sicuro futuro zimbello di amici e familiari.
All’indomani, in concessionaria, mi telefona zio Mario.
- Riccà, so’ zio Mario
- Ecco, zio Mario, volevo dirti una cosa...
- Aspe’, prima ti dico io: ti ho trovato la crociera. Nel Mediterraneo orientale, Egitto, Turchia, Grecia, quella che volevi tu. Nove giorni. Tutte le tappe che mi avevi elencato tu a differenza di una: non si ferma a Cipro ma a Creta
- Ma chi se ne fotte di Cipro.
- Ecco, bravo, poi ti devo dire un’altra cosa: non è la nave che avevi chiesto tu, è un’altra nave, è più bella, si chiama Eugenio Costa. Anche la cabina non è interna ma c’ha un bell’oblò. Costava 300 mila lire in più ma te le pago io. E’ il regalo di zio Mario per il tuo matrimonio. Contento? Ti ho regalato un oblò.
- Contentissimo, grazie.
- E tu che volevi dirmi?
- No, appunto, volevo dirti... Quando ci vediamo per ritirare i biglietti?
- Li ho già lasciati da tua mamma. Ciao, Auguri.
- Grazie.
Chiamo mamma, ho la conferma che ha i biglietti.
Una crociera più bella.
Una nave più bella.
Una cabina più bella.
Zio Mario deve aver fatto un colpaccio all’ippodromo, non c’è altra spiegazione.
E vissero tutti felici e contenti.
Ah.
La crociera che volevo fare io era su una nave che si chiamava Achille Lauro.
Uno ammazzato e buttato a mare.
Ma io, nel frattempo, non so nulla di tutto questo.
Io sono in viaggio di nozze.
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